Discorso al Comune sulle unioni civili

CIRSES
Tipologia
fascicolo o altra unità complessa
Consistenza
2 file doc
Datazione
Data (da):
04/07/2002
Data (a):
04/07/2002
Data (testuale):
2002 luglio 4 - 2002 luglio 4
Segnature
Segnatura:
AA_21_02
Identificativo di origine
cirses_units_924
Titolo
Discorso al Comune sulle unioni civili
Tipologia titolo
originale
Contenuto
Discorso sul tema Unioni Civili di Francesca Marceca, nostra socia della sezione AGeDO di Palermo, tenuto durante la Conferenza sulle Unioni Civili svoltasi presso il "Palazzo delle Aquile" a Palermo il 4 luglio 2002: "Ogni genitore sa che, vivendo in uno stato di diritto, tutti i propri figli potranno godere delle libertà e dei diritti fondamentali riconosciuti: avranno diritto a crescere, istruirsi, lavorare, amare, costruire un nucleo familiare secondo i propri desideri, capacità, possibilità. Questa convinzione, però, crolla quando un genitore viene a conoscenza dell'orientamento omosessuale del proprio figlio/a. Improvvisamente si accorge che basta questa differenza, non prevista nè da lui nè dai legislatori, ad escludere il proprio figlio da molti dei diritti di cui tutti dovremmo potere godere. Il poter scegliere il proprio compagno/a secondo un sentimento libero d'amore è ritenuto oggi una delle libertà fondamentali dell'individuo, nè possono essere d'impedimento censo, colore della pelle, religione, istruzione, origine etnica e nazionale, volontà dei genitori. L' appartenenza allo stesso sesso sembra, invece, un limite invalicabile: non solo un sentimento libero d'amore tra due persone dello stesso sesso non ha diritto ad alcun riconoscimento giuridico, ma incorre anche in una condanna sociale e morale ancora forte e diffusa che in realtà occorre chiamare coi suoi veri nomi: pregiudizio e razzismo. Una coppia omosessuale è una risorsa per la comunità tanto quanto una eterosessuale per amore, progettualità, aiuto vicendevole, capacità di inserirsi positivamente e costruttivamente nel contesto sociale. Il mancato riconoscimento delle coppie omosessuali da parte dello stato rinforza la convinzione di molti genitori che siano i propri figli "sbagliati" e non che ci sia un vuoto di tutela giuridica e una discriminazione sociale ingiusta. Così spesso sono proprio i genitori ad attivare comportamenti che compromettono irrimediabilmente la relazione con i propri figli. L'Agedo, con la sua attività, aiuta i genitori affinchè siano di sostegno ai figli supplendo, per quanto possibile, alle mancanze delle istituzioni e della società. Ma è un fardello troppo pesante. I genitori possono creare il clima più affettuoso e accogliente per le giovani coppie, ma è la società a dover cambiare, offrendo spazi e diritti a chi, ancora assurdamente, se li vede negati. L'accettazione sociale delle coppie omosessuali e il loro riconoscimento sarebbe per i giovani la speranza di una vita piena, alla luce del sole, dove potere progettare e costruire il proprio futuro dal punto di vista lavorativo, sociale, affettivo-relazionale. Ciò eviterebbe a molti giovani il disorientamento e le difficoltà di dovere gestire un' identità sessuale non prevista e spesso additata. Per tutto ciò i genitori di persone omosessuali chiedono a voce alta di non avere figli di serie A eterosessuali a cui sono garantiti tutti i diritti e figli di serie B a cui i diritti sono garantiti solo in parte. Chiedono che venga difeso il diritto di tutti i propri figli all'amore e alla ricerca della felicità, nel rispetto della loro identità; chiedono che la condanna sociale-morale delle unioni omosessuali venga contrastata con adeguate campagne di educazione al rispetto delle differenze; chiedono, al più presto, normative che allarghino la tutela dei diritti e diano riconoscimento pubblico alle coppie omosessuali che lo desiderano, così come avviene in molti degli stati dell'Unione Europea. Dobbiamo superare pregiudizi e paure. Estendere i diritti non fa aumentare o diminuire il numero di persone eterosessuali o omosessuali, fa solo aumentare le possibilità di una vita serena, la civiltà, la libertà di tutte le persone".
2002 unioni civili Discorso al comune.pdf