Articolo de La Repubblica: Genitorialità

CIRSES
Tipologia
fascicolo o altra unità complessa
Consistenza
1 txt
Datazione
Data (da):
02/11/2006
Data (a):
02/11/2006
Data (testuale):
2006 novembre 2 - 2006 novembre 2
Segnature
Segnatura:
AA_21_13
Identificativo di origine
cirses_units_933
Titolo
Articolo de La Repubblica: Genitorialità
Tipologia titolo
originale
Contenuto
Articolo de "La Repubblica": "I genitori che chiamano per una consulenza sessuale perché un figlio, una figlia adolescente, maggiorenne, hanno dichiarato il loro amore per una persona dello stesso sesso, sono generalmente in fase di disorientamento. Raccontano che un giorno, i loro figli hanno detto di essere gay o di essere lesbica. è una dichiarazione che può essere fatta perché il padre e/o la madre hanno scoperto una telefonata, una lettera, un bacio sospetto e si sono fatti avanti per avere risposte. Ma può anche essere una dichiarazione che viene in un momento inatteso, fatta a un solo genitore, a tutti e due, alla famiglia ai parenti riuniti per una festa. L'impatto apparentemente è molto diverso se il discorso che viene svelato è ancora confidenziale, se è cercato, letto come una confessione o come un atto aggressivo, irreparabile. Prima si cerca il perché In questa fase della scoperta i genitori sono disorientati o diventano aggressivi, sorpresi, increduli, annientati, in polemica tra loro o solidali nella coppia e contro i figli. In questa fase c'è un meccanismo che si ripete ed è espresso nella ricerca di capire perché e cosa questo vorrà dire nella vita dei genitori, dei fratelli e delle sorelle, delle famiglie allargate e se è un danno irreparabile o si può cambiare. I genitori cercano aiuto, risposte. I fratelli e le sorelle possono reagire con serenità o con aggressione, stabilendo una distanza o mantenendo una solidarietà. La famiglia attraversa un lutto che consiste nella consapevolezza che la vita dei figli non sarà uguale a quella degli altri. Le madri dei maschi temono di essere accusate di una eccessiva complicità, di aver tenuto i figli così vicini da avergli impedito la realizzazione di un codice maschile, i padri pensano che la figlia che hanno accompagnato nello sport, che hanno seguito negli studi e nel lavoro, potrebbe aver preferito una strada di somiglianza a loro identificandosi. Le spiegazioni vengono ricercate partendo dall'infanzia, le accuse possono essere scambiate ripercorrendo le tappe educative e le relazioni affettive, perché la prima fase si apre con i sensi di colpa e/o con la richiesta ai figli di guardare al futuro e di avere coscienza del fatto che niente dopo la dichiarazione sarà come prima. Uno dei due genitori reagisce in modo più angoscioso e può accettare aiuto dal/dalla partner o entrare in ostilità e determinare una fase di lontananza, come se l'assorbimento della notizia, richiedesse di mantenere una distanza. L'affetto per i figli può essere mantenuto o sospeso; ci sono genitori che vogliono parlare ed altri che non rivolgono la parola e si allontanano, altri che minacciano ritorsioni, che rifiutano l'affermazione di omosessualità e che sono disposti a parlare solo se viene garantito il cambiamento. Il mondo familiare è scosso. Terapia, cammino a tre La consultazione avviene in genere a caldo, dopo la notizia e dopo che si sta pensando che sarebbe meglio capire e vedere i margini di un possibile cambiamento. Nella consultazione di coppia dei genitori, a caldo, dopo la dichiarazione, le prime domande sono legate alla scoperta degli errori, per capire cosa è stato sbagliato, la seconda riguarda le possibilità di modificazione, la terza è la richiesta che il consulente sessuale ascolti i figli, in modo che un parere tecnico rassicuri se ci sono o no speranze di cambiamento. I figli, le figlie vengono sempre alla seduta che i genitori richiedono perché capiscono che l'impatto della notizia ha creato dolore o disorientamento. Entrano in seduta aggressivi o turbati, preoccupati di trovarsi di fronte a un nemico che vuole buttare all'aria una dichiarazione che, nell'essere espressa, ha già avuto un forte costo emotivo. Ma non è così, il colloquio non è rivolto a smentire la notizia, ha lo scopo di capire come è nata questa consapevolezza, a cosa si lega, se ci sono comportamenti sessuali pericolosi, se si dipende dalle persone con cui si è fatto esperienza. Nel colloquio si esamina anche il modo con cui è stata data la notizia, per capire aggressività, ostilità, bisogno di ristabilire una confidenza. Da quel momento può iniziare, con il consenso di tutti, un percorso di riflessione che può essere a garanzia del mantenimento del dialogo con le famiglie".
Articolo La Repubblica genitorialità.pdf