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DE&I nel lavoro: sempre più al centro nelle strategie per le risorse umane

Redazione

La valorizzazione delle differenze, l’equità e l’inclusione sono indispensabili all’azione di contrasto alle discriminazioni e alla disparità tra le persone. Questo processo è fondamentale per l’espressione delle esistenze, e lo è soprattutto sul luogo di lavoro. 

Spingere e promuovere l’inclusione significa rendersi consapevoli, saper individuare le discriminazioni e quindi avere capacità di contrastarle.

Dal alcuni anni, anche in Italia, aziende, organizzazioni e università si sono mosse per definire, creare e realizzare un programma di trasformazione sociale, civile ed economico finalizzato all’equità, spostando l’attenzione alla pluralità delle esperienze e alla valorizzazione della molteplicità delle differenze per rendere gli ambienti di lavoro capaci di innovazione e crescita economica, oltre che benessere psicologico.

Il programma di revisione culturale che le aziende stanno adottando prevede una metodologia che coinvolge in primis l’ascolto delle esigenze delle persone e comprende l’analisi delle dinamiche e degli atteggiamenti delle persone sul posto di lavoro. Successivamente l’approfondimento e l’attuazione di pratiche rispettose, a partire dal linguaggio e dal comportamento non escludenti,  generando alleanze tra persone, indipendentemente dalle loro caratteristiche, dalla loro identità e dai loro orientamenti.

La trasformazione, infatti, è possibile solo attraverso processi di coinvolgimento e di alleanza, in cui il riconoscimento delle discriminazioni è fondamentale, così come la presa di posizione e la partecipazione concreta ed attiva contro di esse.

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Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

DALL·E 2023-11-27 12.13.17 - An illustrative and historical scene capturing the essence of the 1960s in Italy, from the Balletti Verdi to Lavorini. The image depicts a lively and .png

Omosessualità e stigmatizzazione in Italia: scandali, leggi e media 

Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

Nel 1962 un gruppo milanese – i Peos – incise un brano intitolato Balletti Verdi. Titolo e testo si ispiravano a un recente fatto di cronaca. Nell’ottobre 1960 la stampa italiana aveva dato grande spazio ad un’inchiesta riguardante l’organizzazione nel bresciano di “festini” a sfondo omosessuale dove, secondo i giornalisti, molti minori erano stati indotti alla prostituzione da adulti compiacenti. Nel giro di qualche settimana lo scandalo da locale divenne nazionale. La stampa iniziò a parlare di questa vicenda come lo “scandalo dei balletti verdi”.

La parola “balletto” veniva utilizzata come metafora per indicare la natura sessuale di tale caso, mentre l’aggettivo “verde” veniva impiegato non solo per indicare la giovane età dei ragazzi coinvolti nella vicenda, ma anche per sottolineare la natura omosessuale dello scandalo. Il colore verde, infatti, veniva spesso associato all’omosessualità, richiamo forse a un vezzo di Oscar Wilde, il quale era solito indossare un garofano verde sul bavero della giacca.

Il fatto che lo scandalo fosse scoppiato non in una grande città, bensì in una realtà provinciale, rese la vicenda ancora più accattivante. I “balletti” vennero visti come un chiaro segnale di come l’omosessualità si stesse pericolosamente diffondendo persino in comunità considerate immuni da tali “pratiche”.


 

Asessualità
Redazione

DALL·E 2023-11-29 11.26.40 - An illustrative image showing a diverse group of people gathered in a natural setting, highlighting the theme of asexuality. The scene includes a pers.png

L'asessualità: una sfumatura dell'orientamento sessuale da comprendere e rispettare