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I pionieri per la lotta dei diritti

Alessio Ponzio

Peccato e Crimine

Nel corso del tardo medioevo e della prima età moderna il peccato di sodomia iniziò ad essere sanzionato giuridicamente da diversi stati europei. L’obiettivo era favorire la riproduzione e combattere ogni tipo di attività contraria a tale scopo. In Italia, ad esempio, furono molto attivi nel corso del Rinascimento la Magistratura degli Ufficiali della Notte (Repubblica di Firenze) e il Consiglio dei Dieci (Repubblica di Venezia), due corti di giustizia dedicate, tra le altre cose, alla repressione della sodomia. 

Nell'autunno del 1791 l'Assemblea Costituente francese promulgò un nuovo codice penale che, considerando gli atti sessuali tra adulti consenzienti un fatto privato, decriminalizzò la sodomia semplicemente non citandola più tra i reati punti dallo stato. Tale decisione venne confermata anche dal Codice Penale Napoleonico del 1810, che aveva l’obiettivo di garantire una chiara distinzione tra legge e peccato, tra stato e Chiesa. 

Una conseguenza importante del dominio napoleonico in Europa nel corso del primo Ottocento fu l’adozione da parte di diversi paesi conquistati da Bonaparte dei codici civili e penali francesi. Tale situazione favorì la decriminalizzazione della sodomia in Spagna, Belgio, Paesi Bassi e territori italiani sotto controllo napoleonico. In questi paesi gli atti sessuali tra uomini in privato divennero legali, anche se non necessariamente socialmente accettati. Gli atti che coinvolgevano minori continuarono ad essere perseguiti dalla legge, così come tutti quegli atti in cui non c’era espressione del libero consenso. L’Austria-Ungheria, assieme ad altri paesi prevalentemente protestanti, continuarono a criminalizzare la sodomia: Danimarca, Norvegia, Svezia, Prussia e Gran Bretagna.

Gran Bretagna

Nel 1533, durante il regno di Enrico VIII, venne approvato il Buggery Act. Esso prevedeva che bestialità e qualsiasi atto sessuale non procreativo, indipendentemente dal genere dei partecipanti, fossero considerati non più un peccato ma un reato. Il Buggery Act non contemplava il sesso orale tra gli atti punibili dalla legge. La sodomia sarebbe rimasta un reato capitale fino al 1861, anche se le ultime esecuzioni ebbero luogo nel 1835. Il Parlamento britannico, approvando nel 1885 un emendamento all’Offences Against the Person Act (Legge sui reati contro la persona) del 1875, introdusse il reato di gross indecency. La modifica della legge, promossa da Henry Du Pré Labouchere (e per questo nota come Labouchere Amendment), prevedeva la persecuzione di qualsiasi atto sessuale tra uomini. Tra i comportamenti punibili vi erano, al di là della penetrazione anale, lo sfregamento intercrurale, il sesso orale e la masturbazione reciproca. Secondo la nuova legge, gli uomini giudicati colpevoli potevano essere imprigionati, a discrezione della Corte, per un periodo non superiore a due anni, con o senza lavori forzati. Solo nel 1967 gli atti omosessuali consensuali in privato da parte di uomini di età superiore ai 21 anni furono decriminalizzati in Inghilterra e Galles (nel 1980 in Scozia, e nel 1982 in Irlanda del Nord).

Germania

Nel 1532, la Constitutio Criminalis Carolina, alla base del diritto tedesco, stabiliva al paragrafo 116 che in ogni caso di “fornicazione contro natura” la persona – o le persone – ritenute colpevoli dovessero essere condannate a morte. Nel 1794 la Prussia introdusse un'importante riforma legislativa che sostituì alla pena di morte per questo reato una pena detentiva. Il paragrafo 143 del codice prussiano prevedeva infatti che in caso di rapporti innaturali, tra persone di sesso maschile e tra uomini e animali, i responsabili fossero puniti con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la perdita dei diritti civili. Con l’unificazione della Germania sotto la corona prussiana, il Paragrafo 143 venne applicato su tutto il territorio nazionale come Paragrafo 175. L’omosessualità, che era stata depenalizzata in alcuni stati e principati tedeschi sin dal periodo napoleonico, divenne reato su tutto il territorio imperiale. La bestialità venne separata dall’omosessualità. La nuova legge regolamentava solo gli “atti innaturali” tra uomini. In Germania, come in Gran Bretagna, alcuni sessuologi si sarebbero fatti portavoce della necessità di depenalizzare l’omosessualità.

Una Diverso Approccio Sessuologico

In Germania e Gran Bretagna, alcuni sessuologi iniziarono a fare riferimento a una più vasta gamma di discipline per comprendere la sessualità umana. Rivolgendosi ad arte, storia e antropologia, essi tentarono di dimostrare come diverse culture dessero diversi significati a comportamenti, ruoli di genere e sessualità. Essi erano, in sostanza, prodotti da variabili geografiche e temporali. Questi sessuologi, andando al di là del paradigma patologizzante, cercarono di portare avanti una visione più liberale della sessualità e si opposero alla criminalizzazione dell’omosessualità. Ad eccezione di Iwan Bloch e Havelock Ellis - che avevano una formazione medica – altri protagonisti di questo nuovo approccio sessuologico non avevano una formazione medica. John Addington Symonds era un poeta e critico letterario, mentre Edward Carpenter – autore di Homogenic Love (1894) e Intermediate Sex (1908) – era un intellettuale e scrittore con una laurea in matematica. 

Dopo la condanna di Oscar Wilde per gross indecency nel 1895, divenne sempre più difficile trovare un editore inglese disposto a pubblicare delle opere di carattere sessuologico incentrate sull’omosessualità. Per questo motivo Ellis pubblicò il libro da lui scritto con John Addington Symonds - Sexual Inversion – dapprima in Germania nel 1896. Dopo che questa prima pubblicazione ottenne recensioni favorevoli, il libro venne tradotto e pubblicato in inglese nell’aprile 1897. Questo studio – il primo testo medico inglese a trattare di omosessualità – era un importante esempio di approccio interdisciplinare alla sessuologia. Esso combinava l'analisi storica di Symonds (incentrata in particolare sull’antica Grecia) con il resoconto medico di Ellis. Il contributo principale di Sexual Inversion fu quello di definire l'omosessualità come una “variante” che non doveva essere soggetta a persecuzione legale. L'esecutore letterario di Symonds, su istruzioni della famiglia dello scrittore morto nel 1893 mentre Sexual Inversion era in lavorazione, acquistò e distrusse quasi tutte le copie di quest'opera e chiese a Ellis di rimuovere il nome di Symonds dal frontespizio. Il testo fu pubblicato nuovamente nell’ottobre 1897 senza il nome di Symonds, ma nel 1898 fu vietato come osceno. Il testo fu successivamente rivisto e pubblicato negli Stati Uniti nel 1901. Tra il 1897 e il 1928, Ellis pubblicò i sette volumi di Studies in the Psychology of Sex. In questo lavoro enciclopedico lo studioso esaminava questioni quali omosessualità, masturbazione e fisiologia del comportamento sessuale, nel tentativo dissipare paure e ignoranza rispetto a questi temi. 

Mappando diversi “tipi sessuali” del passato, lavori quali Sexual Inversion, misero in luce come comportamenti e atti “omosessuali” fossero presenti sin dall’antichità e non fossero delle pratiche patologiche moderne. Quella che noi chiamiamo “storia della sessualità” è dunque nata anche grazie al lavoro svolto da quei sessuologi che, sin dalla fine dell’Ottocento, hanno iniziato a descrivere ed analizzare pratiche e comportamenti sessuali del passato.

Magnus Hirschfeld

Nella Germania imperiale il dibattito relativo alla decriminalizzazione dell’omosessualità fu piuttosto vivace. Figura centrale della nuova sessuologia riformista tedesca negli ultimi anni dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento fu il medico omosessuale Magnus Hirschfeld. Acceso sostenitore delle minoranze sessuali, Hirschfeld si rifiutò di definire “patologiche” le “deviazioni dalla norma”. Egli incoraggiò un atteggiamento più permissivo nei confronti delle “varianti sessuali” – che a suo parere avevano una base innata e biologica – e insistette sulla necessità di depenalizzare l’omosessualità.

Un importante ruolo nella battaglia per la depenalizzazione fu svolto sin dal 1897 dal Wissenschaftlich-humanitäres Komitee (Comitato Scientifico-Umanitario). Il Comitato, fondato da Hirschfeld, comprendeva anche l'editore Max Spohr, l'avvocato Eduard Oberg e lo scrittore Franz Joseph von Bülow. Questa fu la prima organizzazione formata da uomini e donne omosessuali a lottare per l'abrogazione dell'articolo 175 del Codice penale Imperiale e, verosimilmente, la prima organizzazione per i diritti LGBT della storia. Il Comitato Scientifico Umanitario offrì la propria assistenza a imputati nei processi penali e si batté per il riconoscimento sociale di uomini e donne omosessuali, sostenendo che i loro desideri e comportamenti fossero basati su una predisposizione naturale. Il motto dell’organizzazione, Per Scientiam ad Justitiam (Giustizia attraverso la Scienza), evidenziava come essa mirasse alla giustizia per le persone omosessuali portando avanti una lotta basata su razionalità, scienza e conoscenza. 

Nel 1899 il Comitato iniziò anche la pubblicazione dello Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen (Annuario degli intermedi sessuali) per sostenere le proprie rivendicazioni scientifico-legali. Nel corso degli anni il Comitato pubblicò numerosi articoli e oltre 20 opuscoli contro il Paragrafo 175. La battaglia condotta da questi riformatori riuscì ad ottenere il sostegno di importanti politici e intellettuali tedeschi; tuttavia, lo scoppio di una serie di scandali all'inizio del Novecento affossò ogni speranza di decriminalizzare l’omosessualità nell’Impero tedesco.

Krupp ed altri Scandali

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, come raccontato nel volume The Seduction of the Mediterranean di Robert Aldrich, l’Italia era una meta turistico-sessuale per molti individui provenienti dalla Germania, dalla Gran Bretagna e da altri paesi in cui l'omosessualità era illegale. Per loro l'Italia, dove l'omosessualità era stata depenalizzata nel 1889, era una sorta di paradiso sessuale. John Addington Symonds, per esempio, era noto per la sua passione per i gondolieri veneziani, mentre il famosissimo fotografo tedesco Wilhelm von Gloeden si trasferì a Taormina per poter continuare la sua attività artistica e sessuale senza rischiare processi e carcere. Ma i soggiorni a Capri dell’industriale tedesco Friedrich Alfred Krupp non passarono inosservati e causarono lo scoppio di uno scandalo nel corso del 1902.

In ottobre alcuni giornali italiani avevano iniziato a parlare di orge omosessuali organizzate sull’isola di Capri da un uomo d'affari straniero che, ben presto, venne identificato in Krupp. Nel mese di novembre la rivista socialdemocratica Vorwärts riportò queste notizie in Germania. Krupp citò in giudizio il giornale e chiese aiuto ai suoi amici, tra cui l'Imperatore tedesco Guglielmo II. Le copie del Vorwärts furono sequestrate e distrutte. Tuttavia, pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, Krupp morì. Le cause del decesso non furono mai chiarite ufficialmente, tuttavia nella sua eulogia l'Imperatore attaccò i politici socialdemocratici, insistendo sul fatto che avevano mentito sull'orientamento sessuale di Krupp. I suoi eredi, dopo aver intentato causa contro Vorwärts, decisero però di ritirare le accuse. 

L'imperatore Guglielmo II dovette affrontare altri scandali omosessuali che coinvolsero lui e il suo entourage politico e militare. Nel 1907 l'imperatore e il suo amico Philipp Eulenburg furono accusati dalla stampa di essere più che amici e di essere membri di un circolo omosessuale composto da importanti personalità politiche e militari tedesche. Nel 1908 il consigliere militare dell’Imperatore, Dietrich von Hülsen-Haeseler, morì di un attacco di cuore mentre ballava indossando un tutù da ballerina ad una festa organizzata in una tenuta di campagna dall'imperatore Guglielmo II e dai suoi amici. Tutte queste storie, coperte dalla stampa tedesca, finirono per causare imbarazzo presso la corte imperiale.

Queste notizie permisero ad alcuni di presentare gli omosessuali come una sorta di lobby che mirava a prendere il controllo della società attraverso i suoi contatti con uomini potenti. Tuttavia, Hirschfeld e i membri del Comitato scientifico-umanitario cercarono di utilizzare tali scandali a loro vantaggio. Essi speravano che tali vicende, portando l’attenzione dell’opinione pubblica verso la questione omosessuale, potessero stimolare discussioni sulla necessità di abrogare il Paragrafo 175. Gli attivisti volevano evidenziare come l’omosessualità non fosse di per sé rischiosa, ma che il vero problema fosse il modo in cui gli omosessuali venivano minacciati e ricattati a causa della criminalizzazione del loro comportamento. Tali minacce costringevano molti uomini a pagare per il silenzio altrui e a volte, incapaci di affrontare paure e ansie, molti omosessuali finivano per suicidarsi.

La Conferma del Paragrafo 175

Grazie al lavoro di Hirschfeld e di altri attivisti tedeschi, il Parlamento tedesco decise di prendere in considerazione la possibile abrogazione del Paragrafo 175. Ma, nel 1909, venne deciso di mantenere la legge. Nonostante gli sforzi del Comitato scientifico-umanitario, gli atti omosessuali continuarono ad essere criminalizzati. Gli scandali legati a persone vicine all’Imperatore non avevano certo aiutato i sostenitori della depenalizzazione. Il Parlamento confermò che solo gli atti omosessuali tra uomini rimanevano illegali. La criminalizzazione dell'omosessualità femminile era stata respinta perché secondo il legislatore tedesco non esistevano attività "simili al coito" chiaramente identificabili tra donne e perché spesso era difficile distinguere tra forme di affetto "normali" e "anormali" tra loro.

Alla vigilia della Prima guerra mondiale Magnus Hirschfeld pubblicò uno studio monumentale sull'omosessualità intitolato Die Homosexualität des Mannes und des Weibes (L'omosessualità degli uomini e delle donne) in cui il sessuologo ribadiva di rifiutare patologizzazione e criminalizzazione dell'omosessualità.

Weimar

Durante la Repubblica di Weimar – comprendente gli anni tra la fine della Prima guerra mondiale e l’inizio del regime nazista – Berlino offrì a molti uomini e donne omosessuali e non conformi dal punto di vista del genere la possibilità di sperimentare nuove forme di libertà. Nella capitale tedesca vennero aperti club per omosessuali, lesbiche e “travestiti” e divennero disponibili prodotti editoriali a loro destinati. Molte persone trovarono a Berlino un modo per vivere la propria identità sessuale e di genere, sfruttando l’anonimato della grande città e il fermento socio-culturale del primo dopoguerra. Tuttavia, dobbiamo tenere in considerazione che Berlino non era la Germania, che il Paragrafo 175 veniva ancora applicato e che, quindi, molti uomini dovevano continuare a vivere la propria sessualità in segreto.

L’intensa attività scientifica di Hischfeld continuò nella Repubblica di Weimar. Il 6 luglio 1919, egli inaugurò a Berlino, assieme ai medici Friedrich Wertheim e Arthur Kronfeld, l'Institut für Sexualwissenschaft, un istituto di ricerca dedicato alle scienze sessuali. Scopo dell’istituto era offrire consulenza matrimoniale e sessuale, aiutare quanti avevano bisogno di trattamenti per la cura delle malattie veneree, e garantire servizi di supporto medico-legale per le persone omosessuali, intersessuali e transessuali. L'istituto, quartier generale del Comitato Scientifico-Umanitario, divenne un centro di riferimento per il nascente movimento omosessuale internazionale e continuò la lotta per l’abrogazione del Paragrafo 175. Hirschfeld collaborò con il dipartimento di polizia di Berlino per limitare l'arresto di persone transessuali attraverso la creazione di specifici pass. Questi documenti venivano rilasciati per conto dell'istituto a coloro che desideravano indossare abiti associati a un genere diverso da quello assegnato loro alla nascita. 

Come parte della sua battaglia a favore della decriminalizzazione dell’omosessualità, nel 1919 l'Institut für Sexualwissenschaft partecipò alla produzione del film Anders als die Andern (Diverso dagli altri). Il film è considerato il primo lungometraggio a tematica esplicitamente omosessuale nella storia del cinema. La pellicola, diretta dal regista Richard Oswald, venne realizzata in stretta collaborazione con Hirschfeld, il quale, oltre ad essere co-sceneggiatore e consulte scientifico, apparve anche in diverse scene interpretando il ruolo di un medico favorevole all'abrogazione del paragrafo 175. Il film aveva una funzione educativa ed era destinato a un pubblico amplio come dimostrato dal fatto che due stelle del cinema muto tedesco, Conrad Veidt e Anita Berber, fossero tra i suoi protagonisti.

Anders als die Andern fu determinante per la reintroduzione della censura cinematografica che, in un primo tempo, era stata fortemente allentata dalla Repubblica di Weimar. La relazione tra il protagonista del film, il violinista omosessuale Paul Koerner, e uno dei suoi allievi toccò il nervo scoperto di molti censori. Koerner venne infatti visto come un seduttore che si approfittava di un giovane vulnerabile. I gruppi conservatori, preoccupati che Ander als die Andern potesse spingere all’emulazione, iniziarono una vera e propria lotta per fare in modo che questo film, ed altri potenzialmente simili, non fossero accessibili al grande pubblico. La pellicola, un successo al botteghino, venne presto rimossa dalle sale. La proiezione venne dunque permessa solo per ragioni medico-scientifiche e il film venne reso accessibile ai soli esperti in medicina e diritto. Nel 1920 venne dunque introdotta una nuova legge che ostacolava la produzione e proiezione di film che potessero danneggiare l'immagine della Germania in patria e all'estero.

La vicenda di Anders als die Andern ridimensiona in qualche modo l’immagine di Weimar. L'epoca tra la fine della Prima guerra mondiale e l'inizio del regime di Hitler fu un’epoca di liberazione per molti. Ci fu una moltiplicazione dei consultori sessuali per coppie, ci fu un’enorme crescita nella vendita di preservativi, riviste per omosessuali, lesbiche e “travestiti” ebbero notevole circolazione e, nel 1931, venne distribuito nelle sale tedesche il famoso film a tematica lesbica Mädchen in Uniform. Tuttavia, il Paragrafo 175 non venne abrogato e la legge sull’aborto – Paragrafo 218 – venne solo parzialmente modificata. Weimar fu sì un periodo di liberalizzazione, ma la Germania tra le due guerre fu anche un'epoca dai lati oscuri che dobbiamo conoscere e tenere in considerazione evitandone la mitizzazione.

La Riforma sessuale negli Anni Venti

Nel 1921 Hirschfeld convocò a Berlino una conferenza internazionale dedicata alla liberalizzazione sessuale. L’attività conseguente a tale incontro portò alla fondazione, nel 1928 a Copenhagen, della Lega Mondiale per la Riforma Sessuale. Essa organizzò alcuni incontri internazionali fino al 1932. Il motto Per Scientiam ad Justitiam del Comitato Scientifico-Umanitario venne adottato come motto anche dalla Lega, i cui membri erano convinti che la conoscenza scientifica avrebbe favorito il giusto trattamento di ogni individuo. Alcuni dei principali obiettivi della Lega erano: 1) promuovere l'educazione sessuale in tutto il mondo; 2) favorire il controllo delle nascite; 3) sostenere l'uguaglianza tra i generi; 4) regolamentare il divorzio e 5) legalizzare gli atti sessuali volontari tra persone dello stesso sesso.

Negli anni Venti e nei primi anni Trenta le organizzazioni di riforma sessuale si fecero sempre più attive in Germania, Gran Bretagna, Scandinavia, Paesi Bassi, Austria, Spagna e nei nuovi paesi dell'Europa orientale. Questo movimento transnazionale di riforma sessuale lottava contro misoginia e disuguaglianza di genere, e chiedeva di abrogare le leggi che criminalizzavano aborto, omosessualità e uso – e/o pubblicità - dei contraccettivi.

Fine dell’Istituto

Un evento cruciale nella storia della sessuologia fu la distruzione dell'Institut für Sexualwissenschaft. Il 6 maggio 1933, pochi mesi dopo la nomina di Hitler a cancelliere, mentre Hirschfeld era in Svizzera, un gruppo di studenti nazisti attaccò l’Istituto. Essi distrussero gran parte dell'interno, saccheggiarono decine di migliaia di oggetti, bruciarono pubblicamente i libri della biblioteca dell'Istituto e ne distrussero gli archivi – forse in un tentativo di cancellare cartelle cliniche e documenti relativi a membri del Partito nazista. Hirschfeld, probabilmente sapeva troppo e il nuovo regime voleva evitare la divulgazione di informazioni potenzialmente dannose. Il medico tedesco, che oltre ad essere omosessuale era anche ebreo, si trasferì in Francia per evitare le persecuzioni del regime. Sarebbe morto a Nizza nel maggio 1935.

Discorsi a favore di donne ed omosessuali, che erano stati espressi dai pionieri della riforma sessuale degli anni Venti e Trenta, sarebbero stati ripresi in occidente solo molti anni dopo, durante la più ampia rivoluzione sessuale degli anni Sessanta e Settanta. L'ascesa del fascismo in Italia e, soprattutto, in Germania pose fine all'attivismo di coraggiosi riformisti.  La distruzione dell'Institut für Sexualwissenschaft di Berlino fu un chiaro segnale della nuova era che stava per cominciare. Un’era di acerrima lotta contro contraccezione, aborto e omosessualità.

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Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

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Omosessualità e stigmatizzazione in Italia: scandali, leggi e media 

Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

Nel 1962 un gruppo milanese – i Peos – incise un brano intitolato Balletti Verdi. Titolo e testo si ispiravano a un recente fatto di cronaca. Nell’ottobre 1960 la stampa italiana aveva dato grande spazio ad un’inchiesta riguardante l’organizzazione nel bresciano di “festini” a sfondo omosessuale dove, secondo i giornalisti, molti minori erano stati indotti alla prostituzione da adulti compiacenti. Nel giro di qualche settimana lo scandalo da locale divenne nazionale. La stampa iniziò a parlare di questa vicenda come lo “scandalo dei balletti verdi”.

La parola “balletto” veniva utilizzata come metafora per indicare la natura sessuale di tale caso, mentre l’aggettivo “verde” veniva impiegato non solo per indicare la giovane età dei ragazzi coinvolti nella vicenda, ma anche per sottolineare la natura omosessuale dello scandalo. Il colore verde, infatti, veniva spesso associato all’omosessualità, richiamo forse a un vezzo di Oscar Wilde, il quale era solito indossare un garofano verde sul bavero della giacca.

Il fatto che lo scandalo fosse scoppiato non in una grande città, bensì in una realtà provinciale, rese la vicenda ancora più accattivante. I “balletti” vennero visti come un chiaro segnale di come l’omosessualità si stesse pericolosamente diffondendo persino in comunità considerate immuni da tali “pratiche”.


 

Asessualità
Redazione

DALL·E 2023-11-29 11.26.40 - An illustrative image showing a diverse group of people gathered in a natural setting, highlighting the theme of asexuality. The scene includes a pers.png

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