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Le Famiglie Omogenitoriali

Redazione

Il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali in Italia

Allo stato attuale, l’ordinamento giuridico italiano non disciplina in alcun modo la genitorialità delle coppie composte da persone dello stesso sesso.

Come noto, infatti, la Legge Cirinnà nulla prevede al riguardo, escludendo semplicemente l’applicabilità alle unioni civile della Legge Adozioni n. 184/1983, fatto salvo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti (art. 1, comma 20, L. 76/2016).

Analogamente, la L. 40/2004, contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita (PMA), non consente l’accesso a tali tecniche alle coppie omosessuali (art. 5 L. 40/2004).

Ciò nonostante, sempre più frequentemente, coppie same sex accedono a tecniche di procreazione medicalmente assistita in paesi stranieri in cui tali pratiche sono aperte anche alle coppie omosessuali o alle persone singole.

Di conseguenza, si è posto il problema, in assenza di una normativa ad hoc, di come riconoscere, nelle coppie omosessuali, la genitorialità della parte priva di legami genetico-biologici con il/la bambino/a (il cd. “genitore intenzionale”).

A tal proposito, è possibile individuare diverse modalità per ottenere il riconoscimento (anche) del genitore intenzionale:

a) registrazione dell’atto di nascita del bambino/a nato/a in Italia riportante entrambi i genitori dello stesso genere;

b) trascrizione dell’atto di nascita straniero del bambino/a nato/a all’estero riportante entrambi i genitori dello stesso genere;

c) trascrizione del provvedimento straniero di adozione congiunta da parte di una coppia omosessuale;

d) adozione da parte del genitore intenzionale ex art. 44, lett. d), L. 184/1983.


 

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Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

DALL·E 2023-11-27 12.13.17 - An illustrative and historical scene capturing the essence of the 1960s in Italy, from the Balletti Verdi to Lavorini. The image depicts a lively and .png

Omosessualità e stigmatizzazione in Italia: scandali, leggi e media 

Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

Nel 1962 un gruppo milanese – i Peos – incise un brano intitolato Balletti Verdi. Titolo e testo si ispiravano a un recente fatto di cronaca. Nell’ottobre 1960 la stampa italiana aveva dato grande spazio ad un’inchiesta riguardante l’organizzazione nel bresciano di “festini” a sfondo omosessuale dove, secondo i giornalisti, molti minori erano stati indotti alla prostituzione da adulti compiacenti. Nel giro di qualche settimana lo scandalo da locale divenne nazionale. La stampa iniziò a parlare di questa vicenda come lo “scandalo dei balletti verdi”.

La parola “balletto” veniva utilizzata come metafora per indicare la natura sessuale di tale caso, mentre l’aggettivo “verde” veniva impiegato non solo per indicare la giovane età dei ragazzi coinvolti nella vicenda, ma anche per sottolineare la natura omosessuale dello scandalo. Il colore verde, infatti, veniva spesso associato all’omosessualità, richiamo forse a un vezzo di Oscar Wilde, il quale era solito indossare un garofano verde sul bavero della giacca.

Il fatto che lo scandalo fosse scoppiato non in una grande città, bensì in una realtà provinciale, rese la vicenda ancora più accattivante. I “balletti” vennero visti come un chiaro segnale di come l’omosessualità si stesse pericolosamente diffondendo persino in comunità considerate immuni da tali “pratiche”.


 

Asessualità
Redazione

DALL·E 2023-11-29 11.26.40 - An illustrative image showing a diverse group of people gathered in a natural setting, highlighting the theme of asexuality. The scene includes a pers.png

L'asessualità: una sfumatura dell'orientamento sessuale da comprendere e rispettare