Leggi tutti gli articoli

Quante sono le persone LGBTQIA+? Una panoramica sulle ricerche

Redazione

Demografia LGBTQIA+ 

 

Secondo i celebri rapporti Kinsey relativi al comportamento sessuale dell'essere umano scritti dal dottor Alfred Kinsey tra il 1948 e il 1953, circa il 10% della popolazione mondiale sarebbe omosessuale.  Kinsey ideò la famigerata Scala Kinsey per misurare il comportamento sessuale, con sei valori che vanno da 0 a 6. Zero stava ad indicare un comportamento totalmente eterosessuale e 6 un comportamento totalmente omosessuale. Passati 70 anni, i numeri ‘reali’ da noi conosciuti sono sempre più in linea con le previsioni statistiche del dottor Kinsey, per quanto lo studio demografico quantitativo dell'orientamento sessuale in una data popolazione possa variare a seconda della metodologia assunta nella raccolta dei dati relativi, ancora oggi carenti.

 

Italia

 

Per quanto riguarda l’Italia,  nel 2011 l’Istat ha portato avanti una prima indagine a campione su scala nazionale, finanziata dal Dipartimento per le pari opportunità, coinvolgendo 7.725 italiani (tra i 18 e i 74 anni) e utilizzando la tecnica CAPI (Computer-assisted personal interviewing). La ricerca dal titolo “La popolazione omosessuale in Italia” ha rilevato come circa il 2,4% della popolazione si dichiarava omosessuale o bisessuale, il 77% eterosessuale, lo 0,1% transgender e il 4,9% come “altro", mentre il 15,6% non aveva risposto. Complessivamente, circa un milione di persone si era dichiarato omosessuale o bisessuale, più tra gli uomini, i giovani e nell’Italia centrale. Altri due milioni circa avevano dichiarato di aver sperimentato nella propria vita l’innamoramento o i rapporti sessuali o l’attrazione sessuale per persone dello stesso sesso.

 

Nel 2023 un sondaggio Ipsos pubblicato per il Pride Month, condotto in 30 nazioni del mondo e che ha visto coinvolte oltre 22.500 persone di età compresa tra i 16 e 74 anni, ha visto schizzare in alto i numeri percentuali, perché il 9% della popolazione italiana si è dichiarata LGBTQIA+.  Questa percentuale varia notevolmente tra le generazioni: da una media, nei 30 Paesi, del 18% tra i GenZ al 4% tra i Baby Boomers. A livello geografico, Spagna, Brasile e Olanda sono i Paesi ad avere il maggior numero di persone che si identificano come omosessuali, bisessuali, pansessuali/omnisessuale o asessuali. Al contrario, Polonia, Giappone e Perù sono i Paesi con le percentuali più basse. In linea con la media internazionale, l’Italia è ferma al 9%. In particolare, il 2% si definisce omosessuale, il 3% bisessuale, l’1% pansessuali/omnisessuale e l’1% asessuato. C’è poi un 4% che si definisce transgender/genderfluid/non-binario.


 

Mondo

 

Nel giugno 2023 Ipsos ha pubblicato i risultati di un sondaggio condotto in 30 nazioni del mondo e che ha visto coinvolte oltre 22.500 persone di età compresa tra i 16 e 74 anni. Il 9% degli adulti intervistati a livello internazionale si è definito LGBT+. Il 3% degli adulti si è identificato come lesbica o gay, il 4% come bisessuale, l’1% come pansessuale o onnisessuale e l’1% come asessuale. La Generazione Z ha circa il doppio delle probabilità dei Millennial e quattro volte più probabilità della Gen X e dei Boomer di identificarsi come bisessuale, pansessuale/omnisessuale o asessuale.

 

  Gli uomini hanno maggiori probabilità delle donne di identificarsi come gay/lesbiche/omosessuali (4% contro 1% in media a livello globale), ma entrambi hanno la stessa probabilità di identificarsi come bisessuali, pansessuali/omnisessuali o asessuali.

 

Percentuali alla mano, il Brasile è risultato essere il Paese con più popolazione dichiaratamente LGBTQIA+ (15%), seguito da Spagna (14%), Svizzera (13%), Olanda (12%), Regno Unito (12%), Colombia (11%), Germania (11%), Svezia (11%), Australia, Francia, Canada, Nuova Zelanda, Messico, USA e Cile al 10%, Belgio, Tailandia, Italia, Romania e Singapore al 9%, Argentina, Turchia e Sud Africa all’8%, Ungheria, Portogallo e Corea del Sud al 7%, Irlanda e Polonia al 6%, Giappone al 5% e Perù al 4%.

 

 La Spagna è il Paese con più  persone gay o lesbiche (6%), mentre Brasile e Paesi Bassi sono i Paesi con più bisessuali (entrambi 7%).  

 

 L’1% della popolazione globale in media si descrive come transgender, l’1% come non binario, non conforme al genere o fluido di genere e l’1% come nessuno dei due, ma né uomo né donna.  

 

Europa

 

Per quanto riguarda il resto d’Europa, nel 2016 Dalia Research GmbH ha condotto uno studio su scala europea intervistando 10.000 persone in tutti e 28 i paesi dell’UE , con il 10,9 % dei tedeschi che ha risposto di non sentirsi esclusivamente eterosessuale. Il 7,4 per cento dei tedeschi si è riconosciuto nella comunità LGBT, rispetto al 5,9 % dell’intera popolazione europea. La Germania guidava questa speciale classifica, rispetto al 6,9% della Spagna, al 5,4% della Francia, al 6,5% del Regno Unito,  al 6,4% dell’Olanda, al 6,2% dell’Austria, al 4,9% della Polonia, al 4,8% dell’Italia e all’1,5 dell’Ungheria.

 

Inghilterra e Galles

 

A inizio 2023 l’Office for national statistics britannico (Ons) ha certificato il primo censimento sulla popolazione che si identifica come gay, lesbica, trans, bisessuale o comunque non etero. I dati relativi al 2021, che riguardano unicamente Inghilterra e Galles, vedono 784.000 tra uomini e donne (poco più dell'1,5% del totale) essersi dichiarati omosessuali (gay o lesbiche); 620.000 (1,3%) bisessuali; e 165.000 'altro'; lo 0,5% (262.000 persone) ha dichiarato una identità di genere diversa da quella anagrafica di nascita. Tutti gli altri si sono definiti eterosessuali, o non hanno risposto. Totale, solo il 3,2% della popolazione inglese e gallese si è identificata come LGBTQIA+.

 

Francia

 

Nel 2014 IFOP ha portato avanti un’indagine intervistando 10.000 francesi.  Il 90% si è dichiarato eterosessuale, il 3% si è auto-identificato come bisessuale e il 4% omosessuale; il 2% ha dichiarato di non aver adottato alcuna definizione per la propria sessualità e infine l'1% non ha voluto rispondere. Più donne eterosessuali rispetto agli uomini (il 93% contro l'86%), mentre più uomini rispetto alle donne si sono identificati come omosessuali (il 7% contro l'1%) e in misura minore bisessuali (il 4% contro il 2%). Nel 2016, un nuovo sondaggio orientato solo alle donne ha rilevato che il 4% delle francesi si identifica come lesbica o bisessuale. Sotto i 25 anni, la percentuale di donne bisessuali sale al 9%.


 

Portogallo

  

Un sondaggio nazionale del 2005 condotto da Eurosondagem per il settimanale nazionale Expresso, ha stimato che circa il 9,9% (1 milione) dei portoghesi sono omosessuali o bisessuali. Questo studio ha utilizzato sondaggi anonimi e riservati. Tra le persone con più di 15 anni, il 7% ha dichiarato di essere omosessuale, il 2,9% di essere bisessuale e il 90,1% di essere eterosessuale. Tra coloro che indicano di essere omosessuali o bisessuali, non è stata riscontrata una differenza significativa tra uomini (7,3% e 2,8%) e donne (6,8% e 3%). Un altro sondaggio del 2012 per lo stesso settimanale, con 1.220 intervistati di età superiore ai 18 anni, ha scoperto che il 77,5% si dichiara esclusivamente eterosessuale, il 2,1% è prevalentemente eterosessuale, lo 0,6% è bisessuale, lo 0,4% è prevalentemente omosessuale e l'1,6% è esclusivamente omosessuale. Il 17,8% ha preferito non rispondere riguardo al proprio orientamento sessuale.

 

Germania

 

Un sondaggio del 2016 che ha coinvolto 25.000 tedeschi ha rivelato come l'86% degli uomini e l'82% delle donne si identifichino come esclusivamente eterosessuali, il 3% e il 4% per lo più eterosessuali, l'1% bisessuale e infine l'1,5% come omosessuale o prevalentemente tale. Nella soglia d’età tra i 18 e i 24 anni, la percentuale di “esclusivamente eterosessuali” scende al 45%, mentre sale al 20% la “predominanza eterosessuale con attrazione omosessuale incidentale” e all’11% la “predominanza eterosessuale con attrazione omosessuale frequente”.

 

Spagna

 

Il "Barómetro Control" del 2017 ha rivelato che l'89% dei giovani adulti si identifica come eterosessuale, il 6% gay, il 3% lesbica e infine il 2% bisessuale. Numeri relativi a 2000 interviste a spagnoli di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

 

A inizio 2023 Ipsos ha certificato che il 14% della popolazione spagnola tra i 18 e i 74 anni si identifica come membro della comunità LGTBI. Lo studio colloca la Spagna come secondo paese al mondo con la percentuale più alta di popolazione che ha dichiarato di far parte della comunità LGTBI, dietro solo al Brasile (15%) e sopra la Svizzera (13%), i Paesi Bassi e il Regno Unito. (12%). La Spagna è il primo Paese d’Europa con la percentuale più alta di popolazione LGBTQIA+. Il 6% delle persone intervistate in Spagna si definisce lesbica, gay o omosessuale, il 5% bisessuale e un altro 2% pansessuale o asessuale. Il 4% si descrive come transgender, non binario, fluido.


 

USA 

 

Negli Stati Uniti d’America, uno studio Gallup del 2022 ha sancito che il 7.1% della popolazione si definirebbe LGBTQ+. Nel 2012 erano il 3.5%. Nel 2020 il 5.6%. I dati arrivano da un sondaggio che ha coinvolto 12.000 adulti, con un notevole incremento tra gli appartenenti alla generazione Z, ovvero coloro nati tra il 1997 e il 2003. Addirittura uno su cinque, pari al 21%, ha dichiarato di essere queer. Nel 2021 anno erano uno su sei.  Nel 2017 uno su 10. Percentuale che scende nettamente con le altre generazioni. L’11% dei millennial (nati tra il 1981 e il 1996) si è dichiarato LGBTQ+, il 4% della Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980), il 3% dei baby boomer (nati tra il 1946 e il 1964) e solo l’1% dei nati prima del 1947. Tra tutti gli americani che si identificano come LGBTQIA+, il 57% ha dichiarato di essere bisessuale, ovvero il 4% di tutti gli adulti statunitensi. Poco più di un americano LGBTQIA+ su cinque (21%) ha dichiarato di essere gay, il 14% ha dichiarato di essere lesbica, il 10% ha dichiarato di essere transgender e il 4% ha affermato di appartenere ad un’altra identità queer. Il primo sondaggio statistico a livello governativo federale su larga scala che misura l'orientamento sessuale e l'identità di genere degli americani è stato invece condotto nel 2014, con il 3% degli statunitensi che si è identificato come gay o lesbica e lo 0,7% come bisessuale.


 

Sud Africa

 

In un rapporto del 2016 intitolato:"Progressive Prudes: A Survey of Attitudes into Homosessuality and Gender Non-Conformity in South Africa”, prodotto dalla Other Foundation e dal Human Sciences Research Council, è emerso che 530.000 uomini e donne in tutto il Paese si identifica ano come omosessuali, bisessuali o di genere non conforme. 


 

Australia

 

In Australia la prima indagine sulla popolazione LGBTQIA+ è stata realizzata tramite intervista telefonica a 19.307 persone di età compresa tra i 16 e i 59 anni nel corso del biennio 2001/2002.  Il 97,4% degli uomini si era auto-identificato come eterosessuale, l'1,6% come omosessuali e lo 0,9% come bisessuali. Per le donne, etero il 97,7%, omosessuale lo 0,8% e bisessuale l’1,4%. Identica indagine è stata realizzata nel 2014 da Roy Morgan Research, con interviste a 180.000 australiani di età pari o superiore ai 14 anni. Il 4,1% degli uomini e il 2,8% delle donne si è auto-identificato come omosessuale, con un 6,5% complessivo tra i 20 e i 29 anni e una media totale del 3,4%, ovvero un punto in più rispetto al 2,4% del 2008.

 

Nuova Zelanda

 

Nel 2014 in Nuova Zelanda il "New Zealand Attitudes and Values Study ha rivelato come il 94,2% della popolazione si identifichi come eterosessuale, il 2,6% come gay o lesbica, l'1,8% come bisessuale, lo 0,6% come bi-curioso, lo 0,5% come  pansessuale ed infine lo 0,3% come  asessuale.

 

Giappone

 

Nel 2015 Dentsu Diversity Lab ha intervistato 69.989 persone a livello nazionale di età compresa tra i 20 e i 59 anni per identificare la comunità LGBT. Il numero di persone che si sono definite LGBT è pari al 7,6%, ovvero in crescita rispetto al 5,2% del medesimo sondaggio del 2012. 

 

Brasile

 

In Brasile un sondaggio Ibope del 2013 con un campione di 2.363 utenti Internet brasiliani ha visto l'83% dichiararsi eterosessuale, il 7% omosessuale, il 5% bisessuale, e l'1% “altro”, mentre il 4% si è rifiutato di rispondere. Il doppio degli utenti di sesso maschile si è auto-identificato come gay o bisessuale (il 16% contro l’8%).  Il 5% della popolazione over 50 si è definito gay o bisessuale.  

 

Nel 2019 2,9 milioni di persone di età pari o superiore ai 18 anni si sono dichiarate lesbiche, gay o bisessuali. I dati provengono dal National Health Survey (PNS). Dai dati è  emerso che il 94,8% della popolazione adulta, pari a 150,8 milioni di persone, si è identificata come eterosessuale. L’1,2%, ovvero 1,8 milioni, si è dichiarato omosessuale. Lo 0,7%, ovvero 1,1 milioni, si è dichiarato bisessuale. L'1,1% della popolazione, pari a 1,7 milioni di persone, ha dichiarato di non sapere come rispondere alla domanda mentre il 2,3%, ovvero 3,6 milioni, si è rifiutato di rispondere. Una minoranza, lo 0,1%, ovvero 100mila persone, ha dichiarato di identificarsi con altri orientamenti.   Secondo l'IBGE, la popolazione omosessuale o bisessuale è più elevata tra coloro con un'istruzione superiore (3,2%), un reddito più elevato (3,5%) e un'età compresa tra i 18 e i 29 anni (4,8%). In rapporto alle regioni, il Sud-Est registra la percentuale più alta, 2,1%, mentre il Nord-Est quella più bassa, l’1,5%. Considerando solo le donne brasiliane, lo 0,9% si è dichiarata lesbica e lo 0,8% bisessuale. Considerando i soli uomini, l'1,4% si è dichiarato gay e lo 0,5% bisessuale. Secondo l'IBGE il numero di lesbiche, gay e bisessuali registrati nel sondaggio potrebbe essere sottostimato. L'istituto sottolinea soprattutto lo stigma e i pregiudizi della società come fattori che possano far sì che le persone non si sentano sicure nel dichiarare il proprio orientamento sessuale.

 

Non a caso l’ultimo sondaggio IPSOS vede il Brasile come primo Paese al mondo per popolazione LGBTQIA+, al 15%, davanti al 14% della Spagna.


 

Continua la navigazione

Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

DALL·E 2023-11-27 12.13.17 - An illustrative and historical scene capturing the essence of the 1960s in Italy, from the Balletti Verdi to Lavorini. The image depicts a lively and .png

Omosessualità e stigmatizzazione in Italia: scandali, leggi e media 

Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

Nel 1962 un gruppo milanese – i Peos – incise un brano intitolato Balletti Verdi. Titolo e testo si ispiravano a un recente fatto di cronaca. Nell’ottobre 1960 la stampa italiana aveva dato grande spazio ad un’inchiesta riguardante l’organizzazione nel bresciano di “festini” a sfondo omosessuale dove, secondo i giornalisti, molti minori erano stati indotti alla prostituzione da adulti compiacenti. Nel giro di qualche settimana lo scandalo da locale divenne nazionale. La stampa iniziò a parlare di questa vicenda come lo “scandalo dei balletti verdi”.

La parola “balletto” veniva utilizzata come metafora per indicare la natura sessuale di tale caso, mentre l’aggettivo “verde” veniva impiegato non solo per indicare la giovane età dei ragazzi coinvolti nella vicenda, ma anche per sottolineare la natura omosessuale dello scandalo. Il colore verde, infatti, veniva spesso associato all’omosessualità, richiamo forse a un vezzo di Oscar Wilde, il quale era solito indossare un garofano verde sul bavero della giacca.

Il fatto che lo scandalo fosse scoppiato non in una grande città, bensì in una realtà provinciale, rese la vicenda ancora più accattivante. I “balletti” vennero visti come un chiaro segnale di come l’omosessualità si stesse pericolosamente diffondendo persino in comunità considerate immuni da tali “pratiche”.


 

Asessualità
Redazione

DALL·E 2023-11-29 11.26.40 - An illustrative image showing a diverse group of people gathered in a natural setting, highlighting the theme of asexuality. The scene includes a pers.png

L'asessualità: una sfumatura dell'orientamento sessuale da comprendere e rispettare