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Discriminazione e Manifestazioni d’Odio

Redazione

Cosa vuol dire omofobia?

Composto dalle radici delle parole greche omoios (uguali) e fobia (paura, orrore), indica un atteggiamento di discriminazione che può sconfinare nell’aggressione verso le persone omosessuali e, per estensione, verso tutte le minoranze di genere o orientamento, ovvero verso le persone che si riconoscono nella comunità LGBT+.

 

Vengono utilizzati con la stessa accezione anche  i termini omotransfobia, o omobitransfobia.

Cosa sono le manifestazioni d’odio?

Le manifestazioni d’odio sono costituite da quelle espressioni, manifestazioni e comunicazioni che incoraggiano la discriminazione ai danni di minoranze per motivi di razza, religione, orientamento sessuale o genere, pur senza necessariamente implicare in concreto aggressioni verbali o fisiche dirette verso persone appartenenti a questi gruppi sociali.

 

Sono manifestazioni d’odio le dichiarazioni che incoraggiano la discriminazione, inclusi post o commenti su blog e social network che possono suscitare odio o risentimento verso una minoranza. Sono dette in inglese hate speech.

Cos’è la giornata contro l’omofobia?

La giornata contro l’omofobia (ovvero contro l’omobifobia o omobitransfobia) si celebra il 17 Maggio di ogni anno per celebrare la data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) eliminò ufficialmente l’omosessualità dalla lista delle malattie mentale, nel 1990.

 

Si tratta di una celebrazione ufficiale: con la risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007, l’Unione Europea ha dichiarato il 17 maggio, la Giornata internazionale contro l’omofobia e contro ogni forma di atteggiamento pregiudiziale basata sull’orientamento sessuale.

Di conseguenza anche in Italia le istituzioni celebrano la ricorrenza.

L’omofobia è un reato?

In italia l’omofobia non è perseguita in modo diretto, ma in modo indiretto essa può essere punita nell’ambito più ampio della discriminazione, ad esempio sul lavoro, del bullismo a scuola, dell’incitamento all’odio mediante l’applicazione di aggravanti generiche per motivi futibi e abietti.

Alcune nazioni hanno invece una legge specifica per prevenire e punire l’omofobia.


 

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Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

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Omosessualità e stigmatizzazione in Italia: scandali, leggi e media 

Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

Nel 1962 un gruppo milanese – i Peos – incise un brano intitolato Balletti Verdi. Titolo e testo si ispiravano a un recente fatto di cronaca. Nell’ottobre 1960 la stampa italiana aveva dato grande spazio ad un’inchiesta riguardante l’organizzazione nel bresciano di “festini” a sfondo omosessuale dove, secondo i giornalisti, molti minori erano stati indotti alla prostituzione da adulti compiacenti. Nel giro di qualche settimana lo scandalo da locale divenne nazionale. La stampa iniziò a parlare di questa vicenda come lo “scandalo dei balletti verdi”.

La parola “balletto” veniva utilizzata come metafora per indicare la natura sessuale di tale caso, mentre l’aggettivo “verde” veniva impiegato non solo per indicare la giovane età dei ragazzi coinvolti nella vicenda, ma anche per sottolineare la natura omosessuale dello scandalo. Il colore verde, infatti, veniva spesso associato all’omosessualità, richiamo forse a un vezzo di Oscar Wilde, il quale era solito indossare un garofano verde sul bavero della giacca.

Il fatto che lo scandalo fosse scoppiato non in una grande città, bensì in una realtà provinciale, rese la vicenda ancora più accattivante. I “balletti” vennero visti come un chiaro segnale di come l’omosessualità si stesse pericolosamente diffondendo persino in comunità considerate immuni da tali “pratiche”.


 

Asessualità
Redazione

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L'asessualità: una sfumatura dell'orientamento sessuale da comprendere e rispettare