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Agenda 2030

Redazione

L'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, adottata nel 2015, è un piano d'azione globale volto a porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità per tutte e tutti entro il 2030. Uno dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) è l'obiettivo 5, che si concentra sulla parità di genere e sull'empowerment femminile. Tuttavia, il testo dell'Agenda 2030 include anche un'impostazione specifica per la comunità LGBQTQIA+.

 

L'Agenda 2030 stabilisce che l'inclusione delle persone LGBQTQIA+ è essenziale per garantire una società giusta ed equa, in cui tutte e tutti possano godere dei propri diritti fondamentali e delle opportunità di sviluppo. Nell'obiettivo 5, in particolare, viene affrontata la questione delle discriminazioni basate sul genere e sull'orientamento sessuale, come un problema fondamentale da risolvere.

 

L’agenda 2030 si concentra, però, sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici LGBQTQIA+ non solo al punto 5, ma anche al punto 8, focalizzato sulla crescita economica sostenibile e sulla creazione di lavoro dignitoso per tutte e tutti, nonché al punto 10 dove affronta le problematiche di disuguaglianza tra le persone.

 

In particolare, l'obiettivo 8.8 si concentra sulla protezione dei diritti dei lavoratori e sulla promozione di ambienti di lavoro sicuri e protetti per tutte e tutti, compresi i membri della comunità LGBTQIA+. Questo obiettivo promuove pratiche di lavoro sostenibili e inclusive, nonché la creazione di posti di lavoro sicuri e salutari.

 

Inoltre, l'obiettivo 10.3 incoraggia i paesi a promuovere le leggi e le politiche che proteggono le persone da discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. 

 

L'Agenda 2030 sottolinea l'importanza di garantire che le leggi e le politiche siano applicate in modo efficace e che le persone abbiano accesso a rimedi legali in caso di discriminazione.

 

In sintesi, l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite annovera l'inclusione delle persone LGBTQIA+ nell'ambito lavorativo tra i punti più importanti nella lotta per la parità di genere e per un mondo giusto ed equo. L'obiettivo è quello di garantire che sul posto di lavoro tutte le persone, indipendentemente dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, abbiano accesso a posti di lavoro sicuri, dignitosi e inclusivi, e che siano protette dalla discriminazione e dal pregiudizio.

(2030 Agenda for Sustainable Development. A/RES/70/1 -2015

https://ocm.iccrom.org/documents/sustainable-development-goals-and-lgbt-inclusion)

 

Gli studi dimostrano che l'inclusione delle persone LGBTQIA+ nei luoghi di lavoro è un fattore positivo per le aziende; infatti, le aziende che promuovono la diversità e l'inclusione hanno maggiori possibilità di attirare e trattenere talenti, migliorare la reputazione dell'azienda, aumentare la produttività e la creatività e, infine, migliorare i risultati finanziari.

 

Ad esempio, uno studio condotto dalla società di consulenza McKinsey ha rilevato che le aziende che promuovono la diversità e l'inclusione sono più propense ad avere performance finanziarie superiori rispetto alle aziende che non lo fanno. In particolare, l'inclusione delle persone LGBTQIA+ è stata associata ad un aumento della produttività, della creatività e della fidelizzazione dei dipendenti.

(“Diversity Wins: How Inclusion Matters”:
https://www.mckinsey.com/business-functions/organization/our-insights/diversity-wins-how-inclusion-matters)

 

Un altro studio condotto dalla Human Rights Campaign Foundation riporta che le aziende che hanno politiche e programmi inclusivi per le persone LGBTQIA+ sono più propense ad essere scelte da giovani lavoratrici e lavoratori e quindi più attraenti per i nuovi talenti.

(Human Rights Campaign Foundation, intitolato "The Cost of the Closet and the Rewards of Inclusion"
https://assets2.hrc.org/files/assets/resources/Cost-of-the-Closet-2019.pdf)

 

Inoltre, uno studio dell’ILO ha rilevato che l'inclusione delle persone LGBTQIA+ nei luoghi di lavoro può contribuire a ivi ridurre il rischio di discriminazione e violenza, migliorando la salute mentale e il benessere del personale dipendente.

(ILO "International Labour Standards and Discrimination Based on Sexual Orientation and Gender Identity"
https://www.ilo.org/global/publications/books/WCMS_650284/lang--en/index.htm)

 

Infine, uno studio del Williams Institute dell'Università della California ha rilevato che la discriminazione basata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere può avere un impatto negativo sulla salute mentale delle persone LGBTQIA+, aumentando il rischio di depressione, ansia e problemi di salute mentale. Al contrario, l'inclusione delle persone LGBTQIA+ nei luoghi di lavoro può contribuire a migliorare la loro salute mentale e ad aumentare il loro senso di appartenenza e di sicurezza.

(Williams Institute - Università della California "Discrimination and Mental Health Among LGBT Adults in the United States"
https://williamsinstitute.law.ucla.edu/publications/discrimination-and-mental-health-among-lgbt-adults-in-the-united-states/)

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Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

DALL·E 2023-11-27 12.13.17 - An illustrative and historical scene capturing the essence of the 1960s in Italy, from the Balletti Verdi to Lavorini. The image depicts a lively and .png

Omosessualità e stigmatizzazione in Italia: scandali, leggi e media 

Anni Sessanta. Dai Balletti Verdi a Lavorini
Alessio Ponzio

Nel 1962 un gruppo milanese – i Peos – incise un brano intitolato Balletti Verdi. Titolo e testo si ispiravano a un recente fatto di cronaca. Nell’ottobre 1960 la stampa italiana aveva dato grande spazio ad un’inchiesta riguardante l’organizzazione nel bresciano di “festini” a sfondo omosessuale dove, secondo i giornalisti, molti minori erano stati indotti alla prostituzione da adulti compiacenti. Nel giro di qualche settimana lo scandalo da locale divenne nazionale. La stampa iniziò a parlare di questa vicenda come lo “scandalo dei balletti verdi”.

La parola “balletto” veniva utilizzata come metafora per indicare la natura sessuale di tale caso, mentre l’aggettivo “verde” veniva impiegato non solo per indicare la giovane età dei ragazzi coinvolti nella vicenda, ma anche per sottolineare la natura omosessuale dello scandalo. Il colore verde, infatti, veniva spesso associato all’omosessualità, richiamo forse a un vezzo di Oscar Wilde, il quale era solito indossare un garofano verde sul bavero della giacca.

Il fatto che lo scandalo fosse scoppiato non in una grande città, bensì in una realtà provinciale, rese la vicenda ancora più accattivante. I “balletti” vennero visti come un chiaro segnale di come l’omosessualità si stesse pericolosamente diffondendo persino in comunità considerate immuni da tali “pratiche”.


 

Asessualità
Redazione

DALL·E 2023-11-29 11.26.40 - An illustrative image showing a diverse group of people gathered in a natural setting, highlighting the theme of asexuality. The scene includes a pers.png

L'asessualità: una sfumatura dell'orientamento sessuale da comprendere e rispettare